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Domenica 1 Dicembre si è corsa la 39° edizione della Maratona di Valencia. Al via diversi atleti RTM tra cui la nostra atleta Luisa Parisi che ci ha inviato il racconto della sua prima 42K. Con piacere la condividiamo sul nostro sito.

Tu puedes!

Questo il motto della Maratona di Valencia. Non avevo mai corso all’estero, ma ho sempre sentito e letto della grande partecipazione, che a Valencia raggiunge livelli inimmaginabili per un italiano! Lo intuisci appena arrivi in città, guardando le strade del centro piene di cartelli con scritto “aplaude hasta que mi maratón tiemble” o recandoti all’Expo (mozzafiato!) dove trovi la scritta “we are marathon”.

Valencia non è semplicemente una maratona, ma un’occasione di festa per tutta la città che la vive con un entusiasmo ed un’energia uniche. Quindi da fare assolutamente, ma forse non come prima come ho scelto io, seguendo i miei pazzi amici runners.

Veniamo alla mia Regina. Il mio obiettivo era finirla senza farmi male, quindi nel massimo rispetto del mio corpo. Ero serena, fino alla chiamata del mio amico coach che mi prospetta il possibile “muro” e mi chiede di non accendere il Garmin. Dalla serenità passo al terrore puro. Ma seguo le sue indicazioni, fidandomi come fatto finora.

Si parte e inizia la festa! Una folla per le strade che sembra Carnevale. Ti acclamano da ogni parte, applaudendo ed incitandoti pure dalle finestre dei palazzi del centro che man mano scorre veloce. Gruppi musicali, persone in maschera credo ogni 3 km, casse per le strade a tutto volume con brani festosi. Concentrarsi diventa quasi impossibile. Ricordo che ho visto il cartello dei 9 km e poi quello dei 18 km; in mezzo non ho memoria di altro. Niente “bip”, nessun riferimento temporale, se non un “all’incirca sono partita dopo le 8:50” ed un “20 gradi” segnalato di continuo per le strade. Faccio pace con l’idea che dovrò correre per almeno 5 ore. Me le faccio amiche. Passo i ristori che a Valencia, però, NON ti ristorano affatto: giusto il tempo di allungare la mano a prender l’acqua e se non corri, ti corrono sopra. Quindi niente soste all’italiana! I bagni chimici li trovi dopo il 15esimo, ma in compenso i bar, appena ti affacci col pettorale, ti indicano la strada dei loro servizi! Ne approfitto (e trovo occupato: dettagli).

Dal 22° Km, di botto, avverto un misto fra paura-fatica-rincretinimento da caos. Devo arrivare, mi ripeto. Al trentesimo penso “è fatta!” (l’ingenuità dei principianti!). Cerco il cibo per ristorarmi (non usando gel), ma trovo solo banane dai noti effetti collaterali… Scelgo di non abusare. Cerco di isolarmi, paradossalmente. Ma a Valencia è impossibile. Km 35 inizia un po’ di fastidio, al km 36 tac! La maledetta bandelletta con cui convivo da aprile! Inizio a camminare il più veloce possibile. I km sembrano non passare più, mentre crescono le urla: “Luisa! Tu puedes!”. Riprovo a correre, ma niente: non ci riesco. Penso all’arrivo e l’idea di passare una finish line tanto bella zoppicando mi fa rabbia! Sento pure il mio nome al microfono. Vorrei sprofondare. I cartelli segnano meno 800, meno 700, meno 500, mentre ho ancora nelle orecchie il “tu puedes” urlatomi per 42 km. Vedo il traguardo di una bellezza mozzafiato e corro come posso. Lo taglio, abbraccio la mia amica e parte un fiume in piena. 10 e lode a Valencia! Io mi rifarò. Intanto dicono che sono una maratoneta e, per ora, non è poco.

Come detto inizialmente, altri 4 atleti RTM hanno partecipato alla Maratona. Ecco i loro tempi finali.

Complimenti a tutti!