Breve cronaca di un’avventura lunga 100 km
Sabato 21 maggio parto per Firenze con il treno delle 8.40. Obiettivo? Partecipare e portare a termine il mio settimo Passatore. Dopo due ore arrivo alla stazione di Santa Maria Novella e, insieme a decine di altri runner, prendo il tram per recarmi al Parco delle Cascine per il ritiro del pettorale. Ci aspetta un’ora di coda sotto al sole, ma alla fine ci siamo. Cambio, consegna sacca, pranzo leggero in buona compagnia e poi via, a piedi, fino a piazza Duomo per la partenza prevista per le ore 15.00. Quest’anno non mancano le novità, non è infatti prevista la consegna sacche a metà percorso e troveremo il cambio al traguardo di Faenza. Ciò ci costringe a partire con uno zainetto con il cambio ed è piuttosto disagevole portarselo appresso con più di 30 gradi. Piazza Duomo è letteralmente gremita di concorrenti, quest’anno più di 3.300, dei quali solo 2.400 taglieranno il traguardo di Faenza. Cerco di mettermi in contatto con la compagna di squadra Liliana Virlan, al suo primo Passatore. Ci sentiamo più volte al telefono ma non riusciamo a trovarci per la troppa confusione

Si parte! Per i primi 40 km l’imperativo categorico è “resistere, resistere, resistere”. Transito a Borgo San Lorenzo (32° km) con mezzora di ritardo rispetto alla mia solita e collaudata tabella di marcia, ritardo che aumenterà a un’ora al passo della Colla (48° km). La seconda parte della gara va meglio, grazie al fresco (finalmente!) e alla discesa riesco a riprendermi e a recuperare una parte del ritardo accumulato nella prima metà del percorso.

Alla fine arriviamo entrambi (evviva!), Liliana con l’ottimo crono di 14h11m, io con un più modesto 16h41m (il mio peggior tempo di sempre sulla distanza).
Bellissima esperienza per tutti e due che a me ha lasciato qualche piccolo strascico, la perdita di due unghie del piede destro. Ma questo è un piccolo prezzo da pagare rispetto alla grande soddisfazione di essere arrivato ancora una volta alla fine di questa difficile prova.
Aldo Chinellato