“….SENTIRSI PARTE DI UN GRUPPO”
All’arrivo ognuna di noi tre ha trovato un sorriso, un applauso, un abbraccio …. e quella è stata la medaglia più bella che potevamo ricevere per la nostra prima mezza.
I sentimenti erano tanti e molti non sono stati manifestati, ma vi possiamo assicurare che vi porteremo sempre nei nostri ricordi. Non faremo nomi, anzi faremo di più. Vi faremo rivivere la nostra esperienza.
Tutto è iniziato già il giorno prima. Parole di incoraggiamento e supporto per chi pensava di non farcela. Risate e prese in giro per rafforzare la nostra poca autostima. Il giorno dopo tutti in griglia. Tutti assieme, una nuvola gialla. Partenza. Da subito i tre fari davanti, non troppo, sempre a portata del nostro sguardo, e questo significa forza puoi farcela. Poi una tua compagna di fit, si mette accanto a te e ti accompagna per quasi tre ore, parlandoti sempre, insegnandoti esercizi per aiutarti – che tu avevi completamente dimenticato – e ripetendoti mille volte sei brava.

Ti si affiancano in silenzio, uno per ciascuna, e capisci che puoi dare il massimo perché sai che non sei sola.
Avere dei pacers personalizzati non è da tutti, ascoltano il tuo respiro, ti guardano e percepiscono che il tuo cuore va a mille e hai una paura folle di non farcela e senza dirti nulla rallentano, cercano di distrarti, fanno battute tra loro e poi riprendendo ad un ritmo più sostenuto e tu li segui perché loro ti trasmettono serenità e ti dici che sei molto fortunata ad averli al tuo fianco perché loro potrebbero essere tanti km più avanti di te ma sono a fianco a te.
Quasi al decimo km ci incrociamo, prima con il runner, poi con gli sposini dopo poco con la pretty woman, anche loro ci dicono “forza, siete bravissime”; anche noi tre ci incrociamo e nei nostri occhi vediamo la stessa fatica, la stessa paura di non farcela però la gioia del momento ci fa solo sorridere e andare avanti. E’ scesa la prima lacrima di felicità. Ma la strada è ancora tanta e manca ancora l’ultima salita bestiale.
Riusciamo a fare anche quella, con il fiatone e lo sguardo fiero e poi lo vedi da lontano e inizia a batterti forte il cuore. Vedi l’arco ma più ti avvicini più ti rendi conto che non te ne frega più niente ne’ del cronometro ne’ dell’arco perché quello che c’è oltre ti rende felice.
All’arrivo c’erano tutti.
Siamo orgogliose di noi stesse perché quello che ci spinge a metterci in gioco non sono i tempi da fare ma la voglia di metterci in gioco e di arrivare serene.
Barbara, Marina, Katiuscia


