Presente RUNNING TEAM MESTRE domenica 2 ottobre per la Mytho Marathon con l’immancabile Domenico Masiero Classificato al 99° posto con 4. 06′ 26″ e Silvano Corsale Classificato 103° posto con 4. 08′ 26″.
Percorso su asfalto, sterrato, un po’ di prato. Non difficile ma impegnativo, con salite e discese leggere che ha messo a dura prova la muscolatura.
In compenso una bella giornata di sole e temperatura mite, ideale per correre.
Giornata felice per Silvano che festeggia la 50esima Maratona ufficiale con un 2° posto di Cat. M 65
Condizione che gli permette di aderire al CLUB SUPERMARATONETI.
Dedico questo traguardo all’amico e allenatore Domenico Masiero.
Si è conclusa la mia seconda 24 ore a Verona “Lupatotissima “, che dire, non avrei mai immaginato di poter fare una gara del genere invece mai dire mai.
È stata un’esperienza dura ma allo stesso tempo incredibile! La giornata è cominciata sotto la pioggia e poi nel pomeriggio ha lasciato spazio a un bel sole. Essendo un campionato europeo ho potuto vedere dei veri campioni che hanno infranto dei record impensabili con forza e determinazione.
Questo tipo di gara la fai soprattutto con te stesso, metti alla prova il tuo corpo ma soprattutto la tua mente! Ma c’è una cosa in questa competizione che senti in maniera fortissima: l’amicizia, l’incoraggiamento e l’aiuto che ricevi anche da uno sconosciuto.
Ora i miei numeri: 140,595 km , e prima nella mia categoria.
Posso solo dire che sono contenta 🙃 e incredula!!!
Un ringraziamento particolare va al mio gruppo Fitwalking in Venice che durante tutta la gara non mi ha fatto mai mancare il suo affetto !!!
Tra le bellissime colline Asolane e il massiccio del Grappa si sviluppa una delle Ultramaratone più impegnative d’Europa. Un dislivello di più di 2800 m. circa, un anello di 100 km, 14 comuni coinvolti.
ISCRITTI 185 ARRIVATI 113 Domenico Masiero Classifica generale 68° h 15:43’: 01” Silvano Corsale Classifica generale 101° h 17: 23’:00” Ore 12 partenza dal centro di Asolo Cancelli con orario chiusura 1° al 35° km h 5.30 2° al 45° km h 7.30 3° al 55° km h 9.30 4° al 80° km h 13.30 5° al 90° km h 15.30 6° al 100° km h 18.00
Alla partenza tutti gasati e freschi, si scende alcuni km poi in piano l’euforia dura poco, incomincia la salita, dopo un po’ non tengo il passo di Domenico, lo rivedrò al termine al campo base. Si sale di continuo finchè si arriva in una vallata fra le montagne, un sospiro di sollievo c’è una discesa. Causa frane la strada è interrotta, ci fanno prendere un sentiero, più si saliva diventava un viottolo stretto pieno di ciottoli, pietre, rocce sporgenti dal terreno si doveva aiutarsi con le mani. (Se l’avessi saputo avrei fatto allenamenti per alpinismo). In cima avevano aperto un varco sul guardrail e una persona dell’organizzazione ti allungava la mano per aiutarti a superare l’ultimo tratto per farti mettere i piedi sull’asfalto della strada. Dai un’occhiata e vedi a sinistra il ristoro a 20/30 metri, invece ti fanno andare a dx, si attraversa un parcheggio e ti fanno salire per la gradinata, li ho contati 133 gradini, passi davanti all’ossario e si scende dietro, scalinata e una piccola discesa, controllo pettorale e ristoro. A questo punto mi sento sollevato circa 55 km più faticosi erano fatti. Nel ripartire chiedo da che parte andare, un signore mi indica la strada aggiungendo che era una discesa ininterrotta di 25 km. A circa metà discesa al ristoro un atleta mi dice: chi ha organizzato questo percorso devono essere persone disagiate. Parole se non altro dettate dalla disperazione per la fatica immane e dà un senso alla durezza della gara. Tutta la discesa non è illuminata buio totale, l’asfalto è buono un solo inconveniente, incrociando le auto i fari abbagliavano e non si vedeva nulla, preferivo fermarmi e ripartire e a coloro che non mettevano gli anabbaglianti facevo il gesto di disprezzo. Arrivo al cartello 80 km mi prende una gioia manca poco è quasi finita, dopo un po’ ancora salita e si corre al buio l’unica luce è della tua lampada. A un certo punto noto le luci di Asolo arrivo alle prime abitazioni di periferia, 2 km di salita per arrivare in centro, sono in piazza, mi dirigo verso la pedana, sorpresa (come la ciliegina sulla torta) devo fare l’ultimo sforzo, la pedana rilevazione tempo è sul palco non c’erano i gradini. E’ finita per davvero Ho la medaglia al collo, un ricordo indimenticabile
Si è svolta domenica l’11^ edizione 6 ore città di Buttrio, nel calendario Nazionale IUTA Il circuito si snoda parte su pista ciclabile e parte su tratto cittadino, per un totale di 874 m. 6 ore di corsa impegnativa. Il percorso si suddivide: 200 m. discesa – 50 m. in piano – rimanenti salita 6° assoluto Silvano Corsale Km 52.241 h. 12.53.29 8° assoluto Domenico Masiero Km 50.493 h. 12.53.27
Nota di merito al nostro socio ed amico Domenico Masiero, che con le 6 ore di Buttrio, ha conseguito la sua 200^ gara fra maratone e ultra.
Congratulazioni e un augurio di buona prosecuzione.
“Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto”, è proprio perfetta questa frase; E poi perché altri riescono ed io no?! Non esiste, non esiste proprio!!!! … come non esistono i limiti, solo nella nostra testa ci immaginiamo dei limiti, ma i limiti non ci sono…
Tu!, solo devi credere fortemente nei tuoi obiettivi e sognare realmente le cose che vuoi fare nella vita! Quando i “vorrei” diventano “voglio”, quando i “dovrei” diventano “devo”, quando i “prima o poi” diventano “adesso”, allora e solo allora i desideri iniziano a trasformarsi in realtà. … così con queste frasi quando un buon giorno arrivò il maledetto Covid io decisi pienamente di iniziare a fare gradualmente Sport , ho iniziato a camminare, poi a correre… poi più forte e per più km e poi anche aggiungendo la palestra; sinceramente il sapore in bocca di questa realtà mi piaceva molto, ma anche perché avevo degli ottimi risultati; così decisi di informarmi per inscrivermi in qualche squadra oppure società di atletica, anche se over 40 anni. Così un buon giorno, conosco il Mio VICE, Stefano Bevilacqua che con una serie di su e giù di carte da fare vengo inserita nella società Running Team Mestre ( dove ho conosciuto veramente tantissime belle persone), tutto questo succede al inizio di mese giugno 2021; Ecco che il gioco si fa interessante, la Lilly finalmente potrà anche gareggiare; la mia prima gara non la dimenticherò mai, come il primo bacio che non si scorda maiiiiii Moonlight Half Marathon Ero, ….non euforica ; di più !!!! Mille emozioni che salivano e scendevano per il mio corpo; anche se ero molto preparata fisicamente, ma non con la testa; Una pecorella smarrita, che non sapeva cos’è griglia, gabbia, ristori, percorsi, start … e via bla bla bla ; ero in uno stato confusionale più che altro, mi ricordo ancora oggi tutto , anche il tempo 1:47:11
Ecco perché oggi ho deciso di raccontare il mio percorso; @MoonlightJesolo sarà sempre la festa del battessimo atletico per me ❤️🍾🍾🍾 E così piano piano ogni giorno inizio a prendere gusto di questo sapore di sudore e fatica, che diventa una realtà che l’ho cercata da molto tempo; ho fatto un anno strepitoso di gare in giro, da mezze maratone fino a maratone finché un giorno ho scoperto che il mio fisico voleva provare qualcosa di più di una maratona, così le informazioni giuste, impegno e preparazione arrivo un santo giorno a fare 100KM DEL PASSATORE che fu la ciliegina sulla torta ( dietro a questa gara ci sta un allenamento particolare, dove ringrazio vivamente il mio allenatore Giovanni Schiavo, presente ad ogni mia perplessità, dubbio, consigli e allenamento non solo fisico , ma anche morale) … Così all’alba del 22 maggio 2022, presi il titolo di #ultramaratoneta con un tempo di 14 ore 11 min … L’emozioni era a mille, Vi assicuro!!! Qui ci tengo a ringraziare 🙏 di cuore tantissime persone che hanno contribuito al mio successo: Running Team Mestre Stefano Bevilacqua Karin Halliwell Domenico Masiero Lucia Candiotto Reginaldo Chinellato Tutti atleti nel loro merito 🔝🔝🔝 Da questa gara ho imparato molto moltissimo che sicuramente non avrei mai pensato❤️❤️❤️ Per questo, con tanta voglia, passione, grinta e felicità sono tornata alla mia gara di battesimo @Moonlight Jesolo per festeggiare 1 anno di gioia infinita 🍾🍾🍾🍀 Mi ritengo una persona fortunata e felice, perché ho Voi e il Vostro sorriso Con questa frase di spensieratezza concludo il mio racconto, spero di non avervi annoiato e spero tanto che molti di Voi si rendano conto quanto è importante per la nostra salute lo sport ❤️ 💋💋💋baci bacissimi e … alla prossima gara🏁
In realtà la competizione è durata 3 giorni, perche venerdì 10 giugno alle ore 22,00 è partita la 103 km. con 7150 metri di dislivello … a mezzanotte di sabato 11 è partita la 72 km. Con 5.500 metri di dislivello. Alle 5 di mattina di sabato è partita la 55 km ( solo 3.800 m. dislivello … ) mentre domenica mattina 12 giugno sia la 22 km. ( 1.300 m. dis.) e la 11 km. Con appena (…) 700 metri di dislivello .
Ecco già leggendo questi numeri passa la voglia di iscriversi … se poi tre giorni prima ti arriva anche la mail che “sarebbe opportuno” installare il “live track” in caso di smarrimento … un po ci pensi , però il rovescio della medaglia c’è e lo racconterò dopo.
Per farla breve, io mi sono iscritto per il secondo anno di seguito a quella dei più “brocchi” cioè la 11 km perché chi è abituato a correre in pianura questo tipo di gare diventano veramente impegnative.
Quindi se questa è una delle poche gare che faccio per la seconda volta qualche motivo ci deve pur essere.
Sabato ho ritirato il pettorale e vedendo arrivare i primi concorrenti della 55 km. Mi sono reso conto che per fare questi trail bisogna avere notevoli problemi psicologici … senza offesa per nessuno per carità, oppure aver avuto un infanzia difficile perché sono gare durissime, lunghe, estenuanti e dove la preparazione fisica e mentale deve essere al top, visto che corri anche al buio di notte e sulla neve (Pelmo e Tivan) sul fango ( ovunque ) e con strapiombi da paura.
Io da buon “scarsone”, ma disagiato come tanti altri che si sono iscritti, ho optato la 11 Km e già allo start ho capito con chi avevo a che fare: atleti che sembravano “Jesus Christ Superstar”, altri che sembravano scappati da casa, altri ancora con attrezzatura altamente tecnica e comunque l’80% dei partecipanti di eta’ compresa tra i 25 ed i 35 anni … io forse ho fatto veramente “tenerezza” a qualcuno, anche se avevo le scarpe da trail, però mi sono messo alla prova.
Giusto per mettere in chiaro la faccenda, i primi 3 km sono un “ascensore” nel senso che questi si sviluppano con 371 metri di dislivello e tra l’altro in sterrato … e forse le racchette non avrebbero dato fastidio. Arrivato a Colcerver ( paesino strepitoso ) con il fiatone e già “rovinato”. E qua le due domande naturali che mi facevo in questa salita erano : “perché ?” e “ma chi me lo ha fatto fare?” Non trovando la risposta ho continuato a correre. Poi un misto di discese e salite nel fango ( sembra che proprio là, sia perenne il fango … ) e quindi discesone fino a Dont, in un sentiero che è un misto tra un brulicare di radici di alberi ed una pietraia umida con un meraviglioso ma molto viscido muschio verde.
E qua ho fatto una bella “pigna” dove mi sono un po’ giocato il posto in paradiso ( … ) , ma in queste gare 2 occhi e 2 gambe non bastano. Per fortuna sono atterrato nell’unico spicchio di erba disponibile.
Arrivato a Dont (5,5,km ) il primo ristoro … sembrava un oasi nel deserto, quindi su di nuovo verso Villa e da qua in poi si poteva anche correre senza incorrere in pericoli strani con saliscendi veramente belli e con un paesaggio meraviglioso , peccato che guardando tanto a terra ho potuto godere poco di quello che c’era intorno.
La cosa meravigliosa di questa gara è proprio il paesaggio che è variato con una velocità impressionate, con i vecchi dei vari paesi che annuivano con la testa al passaggio di ogni concorrente, con i bambini lungo il percorso che chiedevano il “five” , quindi tanta gente di contorno che ha incoraggiato tutti con tutto il fiato che aveva. Veramente bello .
Gli ultimi 2 Km in discesa e su asfalto ed erba quasi un trionfo, perché gli spettatori erano sempre di più e per chi fa gare sa cosa vuol dire, perché anche se sfinito, tiri fuori tutto quello che hai.
Arrivo in piazza a Forno di Zoldo tra musica e festa con meritata birra finale .
Per gli amanti dei numeri il tempo ufficiale è stato 1.53,29 – 54° in classifica e 4° cat SM60, e comunque Running Team Mestre presente anche in Val di Zoldo anche se con un rappresentante non molto emblematico .
La rifarò ? Sicuramente si se sarò ok fisicamente, perché la testa ormai è irrecuperabile 😉
La prima cosa che mi viene in mente. Ma che paesaggio, che poesia.
Arrivata il pomeriggio antecedente la corsa assieme a Luana, storica compagna di merende, mi godo Cortina d’Ampezzo da vera turista. Spritzetto al Cafè Royal, cena con paninozzo e birretta da Janbo e dopo aver avvistato il Mago Forest rientro all’hotel per quella che sarebbe stata una notte insonne per entrambe causa animaletti particolarmente vivaci sugli alberi antistanti la terrazza della stanza.
Al mattino il termometro segnava già 19 gradi all’ombra ma fortunatamente niente afa.
Partenza in coda a tutti i runners e via su per la salita leggera ma sempre costante fino a metà del percorso che mi avrebbe portata a Dobbiaco. Alla faccia della salita con poca pendenza, al 6° km mi sono arresa e alternando camminata a corsa, sono riuscita a non sfiancarmi troppo grazie anche alle fermate per “pausa acqua”. A parte il passaggio nelle due gallerie, e la prima decina di km all’ombra, tutto il resto del percorso è stato al sole. Tanto, tanto caldo, il percorso ciclo-pedonale in pietrisco bianco mi ha fatto rimpiangere di non aver portato gli occhiali da sole perché il riverbero era notevole. Mi sono fermata ad ogni ristoro, impossibile non farlo. Al 20° km ho tracannato una bottiglietta d’acqua da mezzo litro come niente fosse, caldo tremendo, sapendo però che avrei potuto aver problemi con lo stomaco stracolmo di sola acqua.
Ed invece la disidratazione era tale da non lasciarmi nessun effetto se non quello di sudare copiosamente, poi ho nuovamente alternato corsa a camminata, pur essendo in discesa e mi sono goduta la vista delle Dolomiti, le montagne più belle del mondo.
Lo spettacolo del paesaggio era eccezionale. In molti si sono fermati a farsi selfie o a fotografare le Tre Cime, le “Drei Zinnen”, visto che eravamo già in Süd Tirol.
Sono giunta all’arrivo in volata, accorgendomi che forse mi ero risparmiata anche un po’ troppo e avrei potuto fare molto meglio e dare di più. Ma va bene così.
Bellissima corsa perché il paesaggio era, anzi, è incantevole e bellissimo come tutta l’Italia.
Sabato 21 maggio parto per Firenze con il treno delle 8.40. Obiettivo? Partecipare e portare a termine il mio settimo Passatore. Dopo due ore arrivo alla stazione di Santa Maria Novella e, insieme a decine di altri runner, prendo il tram per recarmi al Parco delle Cascine per il ritiro del pettorale. Ci aspetta un’ora di coda sotto al sole, ma alla fine ci siamo. Cambio, consegna sacca, pranzo leggero in buona compagnia e poi via, a piedi, fino a piazza Duomo per la partenza prevista per le ore 15.00. Quest’anno non mancano le novità, non è infatti prevista la consegna sacche a metà percorso e troveremo il cambio al traguardo di Faenza. Ciò ci costringe a partire con uno zainetto con il cambio ed è piuttosto disagevole portarselo appresso con più di 30 gradi. Piazza Duomo è letteralmente gremita di concorrenti, quest’anno più di 3.300, dei quali solo 2.400 taglieranno il traguardo di Faenza. Cerco di mettermi in contatto con la compagna di squadra Liliana Virlan, al suo primo Passatore. Ci sentiamo più volte al telefono ma non riusciamo a trovarci per la troppa confusione
Si parte! Per i primi 40 km l’imperativo categorico è “resistere, resistere, resistere”. Transito a Borgo San Lorenzo (32° km) con mezzora di ritardo rispetto alla mia solita e collaudata tabella di marcia, ritardo che aumenterà a un’ora al passo della Colla (48° km). La seconda parte della gara va meglio, grazie al fresco (finalmente!) e alla discesa riesco a riprendermi e a recuperare una parte del ritardo accumulato nella prima metà del percorso.
Alla fine arriviamo entrambi (evviva!), Liliana con l’ottimo crono di 14h11m, io con un più modesto 16h41m (il mio peggior tempo di sempre sulla distanza).
Bellissima esperienza per tutti e due che a me ha lasciato qualche piccolo strascico, la perdita di due unghie del piede destro. Ma questo è un piccolo prezzo da pagare rispetto alla grande soddisfazione di essere arrivato ancora una volta alla fine di questa difficile prova.