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20° Cortina Dobbiaco Run, classica corsa molto amata dal nostro team che si porta a casa il 3° posto come squadra più numerosa, mentre il nostro Filippo Dabalà si classifica 4° di categoria.

Clima perfetto sebbene il caldo improvviso abbia provato molti atleti, ma quasi tutti hanno portato a casa l’agognata medaglia.

Ecco la cronaca personale di Fabio Aidone.

Credo di essere fortunato.

Un po’ perchè vivo in una delle zone più belle d’Italia, vicino al mare e relativamente vicino alle Dolomiti, ma soprattutto perché ho incontrato persone stupende, se avrete la voglia di leggere fino in fondo capirete perché.

Cominciamo con la cronaca della mia Cortina Dobbiaco #2.

Nei giorni precedenti mi organizzo con Giuseppe , Gio e Monica per fare una macchina unica e partire “presto” per andare su a Cortina.

Un saluto alla nostra compagna Francesca Segatto che abbiamo incrociato mentre usciva di casa per correre e si parte.

Viaggio tranquillo, una volta arrivati incrociamo qualche compagno e scambiamo due parole, Filippo Dabalà ci dà appuntamento all’arrivo per una birra: sciocco lui, con i miei tempi o la beve calda o si ubriaca nell’aspettarmi. Il primo chilometro è stato il più duro, credo di aver tirato sotto i 4’/km, perché il partire “presto” ci ha fatto mancare la consegna delle sacche. Giuseppe a costo della vita ha fermato uno dei tir già in movimento e gli abbiamo caricato le sacche direttamente nella cabina dell’autista (che tra le altre cose ha incollato l’adesivo sulla sacca di Gio), grazie ancora. Poi con una calma surreale abbiamo raggiunto la coda dello schieramento, se c’erano 10 persone dietro di noi sto contando per eccesso. Là trovo alcuni dei nostri, discuto e sfido IL VICE a battermi sull’obiettivo: arrivare ultimo (a noi piace così).

Finalmente si parte per davvero. Primi chilometri andatura calma, per preservarci, per il traffico, per la leggera salita e perché “oggi va così”. Al primo tornante vediamo Moris Tosi che ci saluta: che scansafatiche, solo perché una settimana fa hai fatto 100km stai là a guardarci? Raggiungiamo Reginaldo Chinellato che ci dice che nonostante abbia anche lui i 100km del passatore sulle gambe pensava peggio (piccolo spoiler, alla fine della gara cambierà opinione).

E poco a poco il percorso cambia: dalla città passiamo al sottobosco, poi circa al 6km se ci si gira si può osservare il panorama che circonda Cortina, non a caso chiamata la Regina delle Dolomiti.

Ecco le gallerie, e il ponte sospeso che toglie il fiato.

Raggiungiamo altri dei nostri e cerchiamo di scambiare qualche battuta con tutti, alcune piacevoli, altre meno, ma la fortuna di correre in montagna è che ti permette (scusate il francesismo) di trovare il posto per “andare a cagare” in tranquillità, per citare a malomodo Edmond Dantès nel “il Conte di Montecristo”: “Trovati il tuo albero!” (spero che tu sia arrivato sano e salvo).

Un attimo prima di scollinare si costeggia il Lago Nero, uno dei posti più suggestivi, la tranquillità regnerebbe sovrana se non ci fossero migliaia di persone che ansimano per arrivare in cima.

Ecco Cimabanche, incomincia la discesa e penso che il più sia fatto: dannata stupidità! Mi bastano poche centinaia di metri per sentire un fastidio alla articolazione del ginocchio: AHI!

Trattengo il mio compagno di avventura, non voglio rompermi. (ps risaluto Moris Tosi che è là ad incoraggiarci).

21esimo e rotti, chi non si è girato per guardare le Tre Cime di Lavaredo che svettavano sulla destra innevate e maestose farebbe meglio a prendere l’auto e tornare su. Le ginocchia si lamentano, il cuore invece è al massimo. Mi maledico di non avere una macchina fotografica, ed ecco che poco più avanti incontro Barbara Brotto che ritirata per raffreddore…. mi scatta un paio di foto in corsa, poi il solito Moris al quale chiedo uno spritz al prossimo incontro.
Lago di Landro e non dico altro, se non sapete, sappiatelo!
Incominciamo la parte in pianura, invito il Giuseppe ad andare avanti perché ad ogni sottopasso devo rallentare, stranamente in salita non sento nulla. Lui mi stacca un attimo con appuntamento al ristoro dei 25km, sospetto che abbia sete quando mi dice: Caspita che sete che ho.

Ecco Moris, non ha lo spritz, adduce scuse, mi accontenterò dei sali al ristoro. Ultima parte in sofferenza, ogni scusa è buona per rallentare, ogni zona d’ombra, ogni salitina ogni albero dal “colore particolare”.

Ultimo chilometro, l’anno scorso qui abbiamo accelerato, quest’anno…
Rettilineo finale, mancano circa 50 metri, notiamo un uomo disteso a terra, è brutto dirlo ma mi consolo un po’. Dico a Giuseppe che avendomi aspettato è giusto che passi prima lui il traguardo, lui vuole passare assieme, non ho la forza per ribattere.

E’ finita!
Mi siedo dove trovo spazio e mi godo il sacchetto con i viveri, osservo le facce attorno a me: alcuni sorridono, alcuni piangono, altri sono incavolati e innervositi. Il caldo improvviso lascia segni e sensazioni diverse su ognuno.
Ecco Monica, aspettiamo per un po’ il 4° del nostro gruppo, non arriva, strano. Va beh, andiamo a lavarci, dopo la doccia sento lo speaker fare il suo nome. Entra negli spogliatoi, lo guardo perplesso, lui ha il solito sorriso ed una tranquillità che mi lascia un po’ basito. Mi dice: “Uno dei nostri è stato male (Andrea Lucchiari), aveva sangue da naso, non mi fidavo a lasciarlo solo, ho camminato con lui, gli ho fatto anche un massaggio alla coscia qua all’arrivo”.

Complimenti Giorgio, lasciar perdere tutto per aiutare gli altri è uno dei più bei gesti che si possono vedere nello sport. Running Team Mestre ha deciso di darti 5 punti di bonus nel Gran Prix perché è una palese dimostrazione di altruismo sportivo.

PS si sta anche discutendo di togliere 12 punti a Dabalà perché alla fine non solo non ci ha aspettato ma mi tocca anche portargli la borsa a casa.

Fabio Aidone

Ecco la classifica della nostra squadra e poi alcune foto inviateci

classifica

ps prima di chiudere vorrei fare una citazione:
bella, quest’anno ha vinto lei, ma il prossimo anno toccherà a me, mamma mia che caldo! P.P.